Parole riflesse

“Due anni fa il terrore sembrava essere finito, poi iniziarono le visioni! Ora gli incubi diventano realtà.”

Sono stanco penso tra me e me, la giornata appena trascorsa è stata piuttosto piena: il lavoro, gli amici, i servizi qua e là, penso proprio che sia ora di andare a letto. A dir la verità non ho sonno, né sento lo stimolo di riposarmi dormendo, semplicemente sono fiacco, pigro, apatico. Credo che un’ottima soluzione siano le coperte ed un buon libro, magari quello nuovo, quello comprato appena ieri: “Incubi”… mai letto, mai sfogliato, un libro horror, che meraviglia! Allora, cercando di concentrare tutte le mie forze sulle ginocchia mi alzo dal divano e spengo la tv, poi vado a coricarmi. Stupenda serata: fuori soffia vento freddo, dentro casa al coperto ed al sicuro mi sento quasi rinvigorire mentre tutto tace intorno a me; guardo per un attimo le lenzuola soffici e fredde di color arancione mentre fievole la luce della lampada illumina d’arancio il resto della stanza. Afferro un lembo delle coperte e mi ci immergo; accanto a me, posato sullo scaffale della libreria, vedo il libro nuovo. L’afferro con amore e strappo la sottile pellicola in cellofan che lo stringe tutt’attorno; poi l’avvicino al naso e sfogliandone le pagine ne annuso l’odore, quell’odore unico che solo le pagine di un libro sanno regalare: un odore magico di un nuovo mondo pronto da leggere. Lo apro, cerco l’indice dei racconti e mi soffermo sulla trentunesima riga “Parole Riflesse”; <<Eccitante questo>> penso tra me, cerco allora la pagina ed incomincio a leggere… Ma guarda che fascino! Esclamo dentro di me dopo aver divorato con gli occhi le prime righe. Una particolare sensazione che non saprei definire mi cola rapidamente lungo la schiena, le braccia, i piedi; mi fa venire la pelle d’oca. Rabbrividisco: <<Davvero straordinario!>> rifletto continuando la lettura, sembra che tra queste pagine siano stampati gli ultimi minuti trascorsi! Un altro brivido percorre gelido il mio corpo. All’improvviso però mi fermo, un rumore secco, quasi vicino, proveniente forse dall’appartamento accanto al mio, mi fa quasi sobbalzare, non me l’aspettavo! Inghiottisco per un secondo poi riprendo immediatamente la lettura del racconto, la pagina dalle righe così famigliari, vicine…

La coincidenza però sembra non finire nelle prime sei righe del brano! Proseguo a leggere: <<Uno strano rumore proveniente da un ambiente vicino spacca per un attimo la quiete della sua camera da letto, un rumore particolare, brusco, simile ad un boato, forse qualcosa caduta a terra, chissà magari ai vicini… fa sobbalzare Thomas…>>.  Mi sento salire qualcosa da dentro, sensazioni particolari, agghiaccianti sì, ma altrettanto affascinanti, vicine, riflesse… è la suspense, l’enfasi dell’horror, i racconti; qualcosa di davvero difficile da definire verbalmente ma comunque bellissimo. Sento infatti la tensione del racconto montare come panna dentro di me, nella mia testa e nell’ambiente circostante racchiuso però nel silenzio, proseguo velocemente la lettura: mai mi è sembrato di leggere e vivere realmente la stessa sensazione narrata dal racconto! Waoh! Rifletto sulle singolari circostanze appena vissute ma anche appena lette e tutto ciò non fa altro che alimentarmi forti pulsioni d’adrenalina ma proseguo la breve lettura: <<…Thomas ormai stava per addormentarsi, spense la luce ma proprio quando…>>

DREEEEEEENN! <<Oddio!>> esclamo improvvisamente balzando dal letto, ancor prima di poter intuire l’ultima frase prima del punto! Hanno suonato il campanello! Abbastanza stressato dai continui rumori ed irritato dalle ultime fastidiose interruzioni dall’appassionante lettura, afferro il segnalibro giallo che tengo sul ripiano della libreria, poso il libro sul letto e vado in salone, proprio all’ingresso; sblocco il paletto della porta ed apro… la luce biancastra accesa del salotto, illumina parte della soglia d’entrata mentre il resto del pianerottolo rimane avvolto dalle tenebre. Nessuno! <<Ma allora è proprio serata!>> borbotto sottovoce dando un’ultima occhiata e richiudendo stufo la porta. Non c’era davvero nessuno! <<Eppure il campanello ha suonato forte e chiaro… Possibile che non riesca a rilassarmi un secondo cazzo!>> Rifletto tra me.

Torno a letto entusiasta di poter continuare la lettura del mitico racconto; apro la pagina e proseguo dalla riga appena lasciata: <<…spense la luce ma proprio quando stava per rilassarsi !!!DREEEEEEENN!!! Ecco che sobbalza al martellante e inaspettato suonar della porta!… scosso e un po’ scocciato andò fiacco ad aprire, “che strana serata” pensò tra sé quando poi, bloccato sulla soglia d’ingresso guardò dall’occhiolino… irritato e perplesso aprì! Nulla, il gelido silenzio fu l’unica cosa che percepì tra il buio del pianerottolo e la sua stessa anima. Sbuffò con sottile vena inquieta, richiuse, rifletté poi tornò a letto…>> gelido e scosso rimango dopo aver letto a fatica le ultime parole della frase, pochi secondi prima lasciata incompiuta, alzo, stavolta realmente spaventato, lo sguardo dal libro… mi sento confuso! Ora comincio ad avere seriamente paura! <<Cazzo com’è possibile! Dio santo ma sono io? Che cazzo sto leggendo!!!>> un altro forte, elettrico brivido mi oltrepassa la schiena, mi scuote il corpo, la mente lo stomaco! Ma proseguo a leggere più freneticamente una parola dietro l’altra cominciando sempre più a rendermi conto, ad essere consapevole! <<…la stanza: il letto ampio, arancione, la libreria, la tv, il comò,, questo romanzo…>> man mano che proseguo a leggere mi rendo conto di essere io, la casa, gli ambienti, la stanza di cui parla il racconto, è la mia casa, il mio appartamento, la mia stanza lo stesso letto, le stesse circostanze!

Ora mi sembra d’oltrepassare la soglia della pazzia, non riesco a fermarmi dal leggere, devo capire, capire, C-A-P-I-R-E!!! Sono io Thomas?! il protagonista del racconto vittima di chissà ancora quale sorte SONO IO! E man mano che proseguo, man mano che continuo frettolosamente riga dopo riga sento che sta accadendo esattamente ciò che è scritto… ma com’è possibile! <<Nooo non può essere… che cazzo sto continuando a leggere?>>…

Non riesco assolutamente a staccarmi dal libro, da queste assurde righe, proseguo velocissimo, se pur travolto dal terrore, a divorare queste pagine stregate, demoniache, sataniche! Cerco di scovare, capire, raggiungere la fine… <<Thomas si sente circondato da quegl’esseri orridi e occulti: gli esseri del demonio! imprigionato nelle tenebre della sua cameretta prova a mantenere la calma, reprimere ogni forma di agghiacciante paura, ma si sente osservato, toccato, sfiorato, così si sforza di mantenersi, di auto controllarsi ed urla, strilla, stringe gli occhi: il buio non nasconde i demoni di satana! Il buio non nasconde i demoni di satana! Qui non c’è il demonio c’è solo oscurità! Oscurità! Oscurità e basta!!! Poi nel silenzio, lo stesso eterno silenzio dei morti riaprì gli occhi. Immobile non respira mentre le coperte del suo letto lo stringono a sé… appare tutto buio, buio come prima quando d’un tratto due occhi bianchi brillano tra il nero dell’inferno; due occhi sadici a pochi centimetri da quelli di Thomas… poi… un ultimo urlo! E tutto divenne nero, ancor più nero delle tenebre, ancor più nero dell’inferno…>>.

Finisco così di leggere stremato il racconto che mi pareva malefico. Per qualche minuto, tra gelidi istanti riflessi, ho provato la vera paura. Adesso? Nulla. Non succede più nulla ora! Nulla… nonostante ogni virgola rispecchiasse il mio presente! <<Imbecille come sono mi ero fatto prendere per un paio di minuti dal panico! Cazzo però che esperienza paradossale!>>. Calo il libro da davanti a gli occhi, leggermente lo chiudo tra le dita mentre finalmente sospiro dopo tanta tensione stupida! Mi guardo attorno e, come deve essere, ma non come mi aspettavo, finisse bene, la mia stanza è la solita di sempre nulla di più nulla di meno… poso il libro sul comodino accanto al letto e scivolo dolcemente sotto le coperte arancioni. Aspetto ancora un attimo per rassicurarmi e calmarmi definitivamente, rifletto ancora senza sosta, qualcosa continua a turbarmi, mentre non trovo accoglienza nel silenzio della casa. Poi spengo la luce… Ma immediatamente, appena cliccato l’interruttore: l’URLO! Due occhi ghiacciati simili a due fanali nella più agghiacciante oscurità mi fissano a pochi centimetri dai miei… tutto ciò che resta? Un tumulo di urla, le mie urla! Urla che supplicano aiuto mentre chi mi risponde non è altro che l’eco delle mie stesse grida; poi sopraggiunge il silenzio, la quiete funesta in un buio profondo e tutto diventa nero, ancor più nero delle tenebre… ancor più nero dell’inferno… 

~ di darkray su 3 aprile 2010.

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